Premessa
PREMESSA
La Valle di Susa è stata da oltre due millenni al centro della grande storia, grazie alla sua peculiare orografia: una porta delle Alpi Occidentali, che l’ha posta nella successione dei secoli al centro di grandi avvenimenti e conflitti – in quanto valle di passaggio strategica – ma che ne hanno arricchito e trasformato il paesaggio, non solo con infrastrutture, ma con una collezione unica sulle Alpi per concentrazione di beni architettonici ed artistici.
La sua storia moderna ha visto lo sviluppo della prima grande galleria ferroviaria alpina, della nascita di una articolata e massiccia industrializzazione, del turismo invernale prima “romantico” poi su scala industriale, ma purtroppo anche una impattante speculazione edilizia, la fase della crisi e chiusura delle grandi aziende per arrivare alla contemporaneità con la costruzione delle grandi infrastrutture stradali e oggi con la prossima linea ad alta capacità ed il nuovo tunnel di base del Moncenisio, passando per i grandi eventi sportivi invernali, dai Mondiali di Sci ai giochi Olimpici di Torino2006.
Allo stesso tempo, con una sempre maggior accelerazione i macroprocessi economici, a partire dalla deindustrializzazione unita a fenomeni politici e sociali ne hanno rapidamente mutato (e ferito) il contesto socio-economico. Sul tema dello sviluppo sono stati realizzati negli ultimi 2/3 decenni da vari soggetti studi e line guida, progetti di massima, ma che ancora non si sono concretizzati materialmente in interventi calati all’interno di una visione chiara e nell’ambito di una strategia condivisa dagli stakeholder locali.
Anzi la frammentazione amministrativa, i campanilismi anacronistici, ma persistenti e i parossistici conflitti ideologici hanno accentuato le difficoltà contingenti e specifiche del territorio a contrastare i fenomeni economici cui va incontro in generale quasi tutto il Paese e nello specifico ancor più le aree interne e marginali.
Questo nonostante le tante opportunità che invece potrebbero favorirne una nuova crescita rispetto ad altre aree montane, anche confinanti, ma non così strategiche, molto più incanalate verso un declino quasi irreversibile proprio per mancanza di opportunità e finanziamenti.
In estrema sintesi si potrebbe dire in una macroanalisi SWOT che “la Valle di Susa ha grandi potenzialità ed opportunità per una nuova crescita, ma è frenata dalla cronica incapacità di fare squadra, di avere una visione a lungo termine, e non esprime da tempo leadership riconosciute nel quadro di un rinnovamento della classe dirigente”.
Ricompresa fra due poli di ricerca e due aree a grande vocazione industriale (Torino e Lyon) l’area alpina fra Savoia, Hautes Alpes e Valle di Susa, ha tutti i titoli e le chance di qualificarsi come un grande laboratorio di ricerca e sviluppo di nuove politiche insediative residenziali e di rigenerazione del tessuto urbanistico territoriale per favorire nuovi e qualificati insediamenti anche produttivi, facendo leva sulla generale migliore qualità della vita di un’area montana già oggi fortemente accessibile e a breve nel cuore del sistema della rete ferroviaria europea dei Grandi Corridoi.
Ma la coniugazione fra modernità e tradizione, la conservazione del paesaggio, il recupero di insediamenti di qualità in aree extra e peri-metropolitane in questo momento vede in netto ritardo il lato Italia della Valle di Susa rispetto ai vicini di casa d’Oltralpe.
La realizzazione della NLTL e la sua messa in esercizio prevista a inizio del prossimo decennio, con le 2 stazioni internazionali di Susa/Bussoleno e Saint Jean de Maurienne porrà al centro di un sistema di trasporti ad Alta Velocità ferroviaria l’area della Valle di Susa e la Maurienne a metà strada fra Roma e Parigi. Sarà l’unica grande area turistica alpina (la seconda d’Europa) direttamente raggiungibile con questo mezzo. Questo nuovo scenario cambierà completamente, in particolare sul versante Italia, il modello di accesso all’area del turismo montano, non solo nel periodo invernale, ma offre anche grandissime opportunità all’intero sistema economico produttivo.
Tuttavia queste trasformazioni richiedono una visione strategica e la capacità di adeguare il proprio sistema formativo, di attrare investimenti e capitali, politiche condivise e mirate per garantire opportunità alle prossime generazioni di essere protagoniste.
Il PNRR è un’ulteriore leva finanziaria che verrà messo sul piatto nei prossimi anni, ma che non può e non deve essere sprecato in piccoli rivoli, senza una programmazione territoriale di area vasta. RESTART VALSUSA nasce per essere stimolo a politiche innovative, strategiche e condivise su questa peculiare area strettamente ricompresa tra montagna e città.
Abbiamo ben chiara la consapevolezza che le politiche calate sul territorio richiedano un maggiore impegno dal basso ed il superamento delle strumentalizzazioni ideologiche.