Scopo
SCOPO
La Valle di Susa ha bisogno di concretezza pragmatica e di una “visione” che non può prescindere dal rapporto con l’area metropolitana: non solo con gli Enti di area vasta (NUTS2 e NUTS3) quali sono Regione Piemonte e Città Metropolitana, ma soprattutto con i suoi contenitori “pensanti”, Università e Politecnico in primis, e dai suoi attori economici a partire dalle associazioni di categoria, dei professionisti. E ovviamente con i territori transfrontalieri di Savoia e Hautes Alpes.
Se è un dovere comune tutelare natura, storia e paesaggio, lo è altrettanto accrescere la qualità della vita dei residenti, coniugando un ambiente favorevole per clima e bellezza ad adeguati servizi. Per farlo è indispensabile essere in grado di attrarne e accoglierne di nuovi; il primo starter del motore di sviluppo del territorio sono le persone che per elezione hanno scelto di investire nel medesimo.
A partire dall’insediamento di PMI e microimprese innovative con la riqualificazione delle aree già urbanizzate, in particolare nel fondovalle, cogliendo anche le opportunità che si aprono nel settore della logistica, quale completamento dell’area di Orbassano, polo di importanza strategica per l’area metropolitana Torinese.
Solo così è possibile invertire il fenomeno della perdita di identità e di rappresentatività della Valle di Susa e riqualificare il livello generale dei servizi rispetto alla vicina area metropolitana. Mentre nel campo delle infrastrutture di base c’è una accelerazione in atto, in senso generale pur essendo quasi per definizione quest’area alpina un territorio più verde, più salubre, rispetto alla grande città, è ancora soggetta ad un progressivo depauperamento di servizi, con slittamento verso Torino. Emblematico il fatto che non ci sia stato un incremento del mercato immobiliare nonostante la richiesta di spazi aperti e di verde a causa della pandemia.
Occorre quindi prevedere servizi adeguati, privilegiandone innovazione ed efficienza quale strumento indispensabile per dare impulso a insediamenti residenziali e produttivi e per creare un clima positivo di qualità della vita in senso lato, per far vivere anche i piccoli insediamenti, ovvero i borghi. La manutenzione del territorio e il recupero del patrimonio dato dal paesaggio culturale devono essere considerati servizi erogati dalle popolazioni della valle a vantaggio di tutta la comunità. Dalla bellezza nasce sempre economia.
Sintetizzando serve creare un sistema di relazioni virtuose tra patrimonio culturale-naturale, turismo e industrie innovative e sistema formativo a supporto dei processi di sviluppo territoriale. Rivendichiamo chiaramente che le infrastrutture presenti e di prossima realizzazione sul territorio destinate a recare beneficio a tutta la comunità regionale, nazionale ed europea debbano avere localmente una ricaduta economica positiva da utilizzare quale leva per lo sviluppo sostenibile e durevole della valle.
Allo stesso tempo rileviamo l’immagine in gran parte negativa dei nostri territori che si è generata negli ultimi anni e che deve essere superata dai fatti una volta per tutte.
Non c’è sviluppo senza buonsenso; siamo convinti che la crescita e lo sviluppo economico possano generare un clima positivo, invertendo la polarizzazione del “no”.
Nel quadro generale vanno quindi rapidamente sviluppati interventi programmatici in tema di formazione e ricerca, ad esempio candidando la Valle di Susa ad ospitare un contenitore per alti studi applicati e ricerche, plurisettoriali a tema alpino, così come corsi di specializzazione e master universitari, tecnici e anche sportivi, attraverso l’insediamento di centri specialistici di eccellenza mirati all’integrazione sport/formazione sin dalla scuola secondaria e la localizzazione di centri formativi e campus/stages di livello specialistico universitario.
L’intera offerta formativa, con la fattiva collaborazione del sistema delle imprese e delle professioni liberali deve essere uno dei volani economici e sociali. Nel contempo è opportuno supportare le microimprese dei territori più marginali e stimolare rigenerazione e ridefinizione delle aree industriali esistenti. E – naturalmente – il sostegno alle attività artigianali e la formazione delle professioni legate all’economia del turismo.
RESTART si ripropone anche di portare l’attenzione e stimolare misure specifiche per la Valle di Susa volte a contrastare il divario tra i generi, accentuato anche dalla pandemia, promuovendo il concetto nuovo di equità, partendo da una riflessione obbligatoria sulle difficoltà oggettive poste dalla conformazione orografica del territorio montano, che deve passare attraverso l’avvicinamento e creazione di servizi ed opportunità adeguati, quali principali mezzi per il raggiungimento di un obiettivo fondamentale. Proponendo progetti pilota e modelli di best practices ripetibili.
La strategia nazionale per la “parità di genere” costituisce una delle linee di impegno anche per il PNRR che definisce bene priorità e obiettivi perché si creino medesime opportunità di sviluppo e di crescita, personali e professionali, di accesso al mondo dell’istruzione e del lavoro senza disparità di trattamento economico e di dignità. Oggi la Valle di Susa ha sviluppato naturalmente un impulso imprenditoriale femminile, creando numerosissime microattività commerciali che costituiscono la vita stessa per i centri più piccoli, e che eroicamente resistono alle difficoltà della Valle, Impulso che potrebbe nei prossimi anni, attraverso i mezzi a disposizione, essere valorizzato ed amplificato partendo dall’istruzione e formazione. Formazione, che grazie agli scenari che si prospettano e ci auspichiamo possano essere colti, potrebbe giocare un ruolo chiave per favorire l’avvicinamento delle donne alle materie STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics), fattore che coniugato alla predisposizione imprenditoriale ad un’istruzione specifica, possono creare di fatto un nuovo potenziale di sviluppo unico e virtuoso.
Quanto premesso pone di fronte chiunque intenda porre uno sguardo non settoriale sulla Valle di Susa davanti alla necessità di adoperarsi per sviluppare, proposte e confronti, aggiornate alle necessità odierne, con la collaborazione di enti ed associazioni di categoria, partendo dalla creazione di un legame forte e virtuoso con il territorio metropolitano, volto ad un cambiamento necessario e non rinviabile di cui RESTART intende essere concreto stimolo.